Km 420,6: Basta Poco

Rabbia. Tristezza. Gioia. Stupore. Che settimana!

Durante questi ultimi sette giorni si sono presentate un vortice di situazioni e una conseguente montagna di emozioni che mi hanno dato una chiara comprensione di come tutto funziona su questo trail.

I sentimenti cambiano improvvisamente e ci vuole pochissimo per trasformare una giornata da miserabile a speciale.

Lunedì abbiamo lasciato il Nantahala Outdoor Center ben riposati, rilassati e gioiosi, frutto di un fine settimana pieno di birra e tacos gratis.

Ma ci sono voluti pochi chilometri di nuovo in marcia sul trail per capire quanto esso possa essere brutale.

Un temporale e una tempesta di neve nei due giorni successivi ci ha ricordato amichevolmente la vita miserabile che abbiamo accettato di sopportare per aver deciso di percorrere a piedi più di 3500 chilometri nella natura selvaggia.

Svegliarsi nel mezzo di una nebbia fredda e indossare scarpe e vestiti ghiacciati di certo non è divertente e mai lo sarà.

Ma i chilometri nella neve possono diventare presto un ricordo sfocato dopo aver raggiunto un paese, avere mangiato un hamburger succulento e aver goduto della fantastica sensazione del profumo degli abiti appena lavati.

Ci vuole ancora meno per trasformare un angoscioso giorno durato 38 chilometri in un sorriso quando, dopo aver raggiunto il rifugio, vieni accolto da un fuoco scoppiettante, un ragazzo che suona un banjo e una barretta di cioccolato king-size da 500 calorie che hai messo nel tuo zaino nella precisa previsione di questa occasione.

Ma il momento clou della settimana è arrivato inaspettato – d’altronde lo sono tutti i momenti migliori, o peggiori, della vita.

Giovedì sera, entusiasti per la gioia di superare il traguardo delle 200 miglia e per lo stupore di ammirare le dolci vedute di Clingmans Dome e Charlie’s Bunion, siamo stati presto riportati sulla terra da una triste realtà.

Cinque del pomeriggio, il sole che si affievolisce lentamente dietro le montagne, rifugio pieno.

“Che cosa facciamo?” Chiedo a Cruise Control, il mio compagno di viaggio nelle scorse settimane.

“C’è un rifugio 11 chilometri più avanti. O un ostello a 16 chilometri” risponde lui.

“Proviamo ad arrivare all’ostello, mi sento coraggioso”.

In un folle tentativo di raggiungere l’ostello prima del tramonto, cado, batto la testa per terra e con la faccia insanguinata continuo a correre.

Sono arrabbiato, sono ferito, ma soprattutto sono estremamente affamato.

E solo, Cruise Control ha accelerato il passo, non lo vedo più.

Per aggiungere più brutalità al momento, inizio a camminare nella direzione sbagliata, quindi arrivo all’ostello dopo il tramonto, con una giornata di 50 chilometri sulle gambe e pensieri da maniaco omicida.

“Non mi hai aspettato! Mi sono perso!” abbaio a Cruise Control.

“Mi dispiace amico, volevo arrivare qui il più rapidamente possibile,” risponde lui con nonchalance.

Mi allontano furioso per piantare la mia tenda. Una volta finito, mi siedo a un tavolo in attesa che la mia cena sia pronta.

Cruise Control mi dà una birra sorridendo, “Offerta da me.”

Poi me ne porge altre due. “Da parte mia, fratello”.

Sorrido, bevo un sorso e guardo le persone che iniziano a radunarsi attorno a un fuoco.

Standing Bear  in realtà non è un ostello ma qualcosa di più simile a una fattoria, dove tutti danno una mano per mantenere l‘attività aperta.

Qui alcuni hikers si fermano per giorni, persino settimane, lavorando per mantenersi durante il soggiorno. Non c’è stato sociale, razza o religione che conta, valori propri della natura del trail.

C’è solo un obiettivo comune e tanti modi diversi per raggiungerlo. Sappiamo che le cose possono mettersi male e diventare difficili, ma siamo tutti perfettamente consapevoli del fatto che ci vuole assolutamente poco per essere felici.

Cruise Control e io ci uniamo al cerchio attorno al fuoco. Qualcuno suona la chitarra, alcuni parlano della loro vita pre-escursione.

Io sollevo la testa e guardando il cielo comincio a pensare, finalmente sereno.

“E’ bello guardare le stelle di notte sul sentiero, quando il vento scuote gli alberi sembra che migliaia di lucciole riempiano l’aria.”

One Comment Add yours

  1. Larissa ha detto:

    Dai guerriero!
    Continua così con grinta e tenacia…
    Bevo una birra con te! Offro io

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