“Le persone non saranno gentili con te su al Nord”, mi disse una volta un uomo della Carolina del Nord.
Mi assicurò che avrei avuto difficoltà a trovare passaggi in città, nessuno mi avrebbe offerto rinfreschi lungo il sentiero (i trail magic) e certamente la maggior parte della gente mi avrebbe scansato pensando che fossi un senzatetto.
Dio, se si sbagliava.
Il giorno dopo il Connecticut Challenge so che devo percorrere circa 10 chilometri prima di incrociare una strada e quindi sperare di trovare un’anima buona per un passaggio in città. Di contro, non so che la maggior parte di quei chilometri è caratterizzata da ripide salite.
Il caldo è quasi insopportabile e le mie gambe non riescono a reggere più di cinque passi consecutivi. Per un istante penso che la morte sarebbe più piacevole.
Mentre mi arrampico su una collina, incontro un uomo anziano che viene dalla direzione opposta.
“Sei un escursionista?”, chiede. Devo fargli proprio pena. “Sì”, rispondo.
“Bene, giù nell’area picnic ci sono alcune persone che hanno organizzato un trail magic”, continua. “Hanno hot dog, limonata fredda e molti snack.”
Lo fisso incredulo. Lo ringrazio per l’informazione e continuo a camminare, ma mi fermo dopo pochi passi. Una lacrima mi viene giù dagli occhi e improvvisamente un’esplosione di energia attraversa tutto il mio corpo. Comincio a correre giù per la collina senza preoccuparmi della mia sicurezza. Tutto quello che voglio è il cibo e una bibita ghiacciata, a chi importa se rischio la mia stessa vita per raggiungerli?
Quando finalmente raggiungo l’area camping vedo un gruppo di persone sedute che non appena mi scorgono, sorridono e mi danno il benvenuto, chiedendomi di unirmi a loro.
“Spero tu abbia fame”, dice uno di loro.
Non lo lascio nemmeno finire di parlare e lo abbraccio. Poi abbraccio ognuno di loro e li ringrazio per la loro gentilezza .
“Vuoi un hot dog?” Chiede Jay, un tizio che maneggia la griglia. “Abbiamo incontrato solo due escursionisti oggi, quindi c’è molto cibo. L’anno scorso ne abbiamo sfamati circa venti”.
“Beh, posso provare a mangiare per gli altri 18” dico, scherzando solo a metà.
Dopo quattro hot dog, tre brownies e tre bicchieri di limonata ghiacciata, comincio a sentirmi di nuovo un essere umano. Tuttavia, le mie gambe non vogliono saperne a proposito di escursionismo per il resto della giornata.
“Se non è un problema, qualcuno di voi potrebbe darmi un passaggio in città?” Chiedo a quegli angeli sconosciuti che mi hanno rimpinzato come un maiale all’ingrasso. “Ho sentito dire che c’è un centro sportivo dove potrei fare una doccia e rilassarmi in piscina.”
Mary, una delle donne del gruppo, si offre di darmi un passaggio. “Abito a soli cinque minuti da lì”, dice.
Una volta arrivato al centro spendo soli 8 dollari per utilizzare le strutture e un asciugamano. Trascorro le tre ore successive tra le bolle dell’idromassaggio, una doccia e una sauna. Con il corpo quasi completamente “ristrutturato”, mi manca solo una cosa.
Altro cibo.
Opto per la pizza, una extra-large per la precisione, farcita con salsiccia e pomodori, accompagnata da una birra e da una bella insalata. Dopo quel lauto pasto sono pieno e assonnato, ma soprattutto felice di aver trovato persone così gentili che si sono offerte di aiutarmi senza pretendere nulla in cambio.
Prima di addormentarmi in tenda, passo del tempo a inviare messaggi ad alcuni amici. Tim, un amico e collega di università durante il master a Syracuse, abita ad Albany nello Stato di New York, a solo un’ora di distanza.
“Hey amico! Sono a Great Barrington, a un’ora da te. Sarebbe fantastico se riuscissimo a incontrarci”, gli scrivo nel messaggio.
Dopo pochi minuti il mio telefono inizia a vibrare. Tim mi sta chiamando.
“Sì, certo che voglio incontrarti!” dice non appena rispondo. “Mandami il tuo indirizzo e verrò a prenderti domattina.”
Non vedo Tim da due anni, quindi sono contentissimo di rivederlo.
La mattina dopo arriva verso le 11 e decide di portarmi in una città vicina per il pranzo. Mangiando del buon cibo messicano e bevendo un paio di birre parliamo di quello che è successo nelle nostre vite dopo l’università.
“Odiavo il mio primo lavoro”, dice. “Lavorare in un’emittente televisiva è stato terribile, ritmi folli e molto poco tempo libero. Ma ora con il mio nuovo lavoro va molto meglio ”
Sembra decisamente molto più felice di quanto ricordassi. “Oh, e mi sono trasferito in un nuovo appartamento”, continua. “Dovresti venire a dare un’occhiata.”
“Ma è a un’ora di auto,” rispondo. “E devo tornare sul sentiero.”
“Non preoccuparti! Ti riporterò indietro domattina “.
Quindi usciamo dal ristorante e andiamo ad Albany. Faccio di nuovo la doccia (seconda volta in due giorni, wow!), faccio il bucato e dormo in un vero letto. La mattina dopo, prima di riaccompagnarmi sul sentiero, decide di offrirmi la colazione, come se non fosse più che sufficiente quello che ha già fatto per me.
Lo ringrazio e mi dico che in un modo o nell’altro cercherò di ricambiare la sua immensa gentilezza.
Trascorro i giorni successivi pensando a tutte quelle persone che mi hanno aiutato durante questo incredibile viaggio, gente che mi ha fatto sentire benevolmente accolto in un paese straniero. Persone buone. Anche se è già un mese che cammino da solo, non mi sono mai sentito veramente tale, ho sempre trovato qualcuno disposto ad aiutarmi, come amico ma anche da perfetto sconosciuto.
Mentre sono immerso in questi pensieri, il mio telefono squilla. Questa volta è un messaggio di Dubs.
“Sono a pochi chilometri da te. Probabilmente ci vedremo domani “, leggo nel testo. Ho salutato Dubs più di sei settimane fa, quando ha lasciato il trail perché invitato a un matrimonio in Colorado. So che si è impegnato molto per raggiungermi, spingendo forte sul trail e finalmente dopo tutto questo tempo, sto per riunirmi a lui.
Il mattino dopo decido di prendermela con calma e mi siedo in attesa che arrivi. Dopo un’ora sento che qualcuno sta correndo giù per la collina. Poi compare, i capelli e la barba più lunghi dall’ultima volta che l’ho visto. “Dubs!” urlo. “È così bello rivederti!!” – “Sono felice anch’io di vederti, amico mio”, risponde.
Non riesco ancora a credere che sia lì davanti a me, ci sono ancora molte miglia davanti a noi e non c’è molto tempo da perdere. Condivideremo le nostre storie, ma ora è il momento di rimetterci in spalla gli zaini e avvicinarci alla nostra meta.
“Andiamo nel Maine, Dubs!”
Bellissimo articolo ! Ti meriti un bel 10 e lode 😁🔝 ciao Federico e ti seguo come sempre 👋🐞
Sarebbe bello mettere tutti questi racconti e pensieri in un bel libro, in caso mi prenoto subito 🤚🏼