Km 49,7: Facce da Trail

I volti lungo il sentiero sono la cosa che mi ha colpito di più in questi primi giorni sull’Appalachian Trail.

Nessuno sembra uguale, abbiamo tutti una storia diversa da raccontare e siamo qui per ragioni diverse, completamente diverse.

Il Sentiero degli Appalachi è Kevin, il primo ragazzo che ho incontrato in questo viaggio. Viene dalla Florida, ha 27 anni e quattro figli. Ha iniziato il suo percorso con uno zaino decisamente troppo pesante e solo 100 dollari in tasca.

E non ha fatto alcuna ricerca di sorta riguardo al viaggio.

“Lo scoprirò strada facendo”, continua a ripetere.

Ma sull’A.T. c’è anche Chris, che ha appena terminato un trekking di tre settimane in Cile e ora è qui che condivide il rifugio con me.

Chris ha lasciato il suo lavoro di commercialista nel New Jersey con l’idea di viaggiare per i prossimi tre anni. È partito per il Sud America, è stato in Italia, forse andrà in Spagna in futuro.

Gli piace viaggiare leggero. Nessun fornello, niente tenda e pochissimi vestiti. Porta semplicemente ciò che crede sia necessario, ovvero birra, sigarette ed erba.

“Sono contento di aver bevuto questa birra mentre camminavo! Ora il mio zaino è decisamente più leggero”, è stata la prima cosa che mi ha detto quando ci siamo incontrati sul sentiero.

In questi giorni ho avuto anche la fortuna di incontrare un veterano dell’Appalachian Trail. Capelli lunghi e bianchissimi, pelle rugosa e bruciata da tanti anni di sole, John è un soldato in pensione che sta spendendo tutti i suoi risparmi su diversi sentieri in giro per gli Stati Uniti.

Lo chiamano Wet Dog = cane bagnato – nell’esercito americano l’appellativo Dogface si attribuisce ai militari di fanteria appiedati  – perché gli piace tenere i piedi in ammollo nell’acqua fredda a fine giornata. È la sua quarta volta sul sentiero e vive il trekking nella stessa maniera in cui vive la sua vita: lenta e costante.

Ma la storia di Raymond è quella che finora mi ha colpito di più ed è arrivata in modo inaspettato.

Raymond ha raggiunto il rifugio al tramonto, ansimando e in chiaro debito d’acqua.

“Come ti senti amico?”, gli ho chiesto solo per sembrare gentile, dato che potevo già immaginare la risposta.

“Grasso”, ha risposto. Ho riso, tutti lo abbiamo fatto al rifugio.

Sì, Raymond è molto sovrappeso. Lui lo sa ed è per questo che è qui. Ha lasciato il liceo con il sogno di entrare nell’aeronautica, ma per raggiungere questo obiettivo ha bisogno di perdere peso.

Era un Eagle Scout quindi ha pensato bene che l’Appalachian Trail può essere il modo migliore per realizzare il suo sogno.

Rispetto Raymond per la sua coraggiosa decisione, come rispetto qualsiasi individuo che ho incontrato in questi primi chilometri lungo il sentiero.

A prescindere dalle dimensioni, dallo stato sociale o dal livello di esperienza, ci vuole un coraggio disumano per intraprendere un viaggio come questo.

Il sole tramonta sulle montagne mentre sono seduto a un tavolo fuori dall’ostello dove ho deciso di fermarmi per la notte. Dopo tre giorni ho finalmente la possibilità di fare una doccia e mangiare qualcosa di decente.

“Spero che Raymond ce la faccia, lo spero davvero.” Penso, mentre divoro una pizza surgelata al doppio formaggio, salame, salsiccia, peperoni e cipolla. Una delizia, così mi pare.

“Che mangiata”.

In Walk We Trust,

The Walking Fed

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